lunedì 12 febbraio 2018

Illuminare il proprio albero e poi? La responsabilità dei miei rami.



 

Con la frase Illuminare il proprio albero intendo il lavoro che abbiamo svolto su noi stessi  e ci ha portato a non identificarci più con certi aspetti del nostro  albero familiare :  elaborato traumi, trasformato credenze che da generazioni sentivamo pesare sulle spalle;  riconosciuto dinamiche che si presentavano costantemente.
Probabilmente siamo riusciti  a spezzare anche alcune  catene,  accolto chi era dimenticato, illegittimo o ripudiato. Scoperto ed accettato che esiste  l’Ordine nella famiglia,  riconoscendo i livelli gerarchici del sistema familiare, chi è arrivato prima all’interno del sistema è più grande di chi è arrivato dopo.

Abbiamo quindi illuminato l'albero riconoscendo le nostre radici.

Talvolta la sofferenza è stata insopportabile come anche la percezione di tradire alcuni componenti della famiglia. Sensi di colpa , inadeguatezza , per non parlare poi delle numerose  discussioni, incomprensioni, litigi con familiari riguardo  la  scelta di vedere, attraversare e lasciar andare ciò che non ci appartiene o non ci è più utile in questa esperienza di vita. 
E ancora rotture dolorose come anche momenti di grande scoraggiamento e confusione, in cui è stato naturale pensare “sto sbagliando tutto!” .

Qualcosa però dentro di noi, non fuori,  ci ha permesso di proseguire. 

Per me è stata la consapevolezza che indietro non potevo tornare perché in quel caso , e solo in quel caso, sapevo che non sarei sopravvissuta.
Quel qualcosa dentro di noi  che ci ha permesso di perseguire si chiama : trasformazione ed evoluzione della specie. 
Una sorta di linfa vitale che ci guida , solo se riusciamo ad affidarci.


E adesso? 

Io mi assumo la responsabilità dei miei rami.

Se hai vissuto o stai vivendo la scoperta del tuo albero genealogico e hai sperimentato che le sofferenze familiari si ripetono in generazione in generazione e senti di essere proprio tu quel discendente che acquistando consapevolezza sta trasformando “maledizioni in benedizioni”,  allora ti suggerisco di  porre maggiore attenzione  al momento presente.

Tutti dovrebbero conoscere il proprio albero genealogico.  La famiglia è il nostro forziere del tesoro, ma anche la nostra trappola mortale
(A. Jodorowski)


Gli strumenti che portano ad elaborare eventi, o presunti tali, accaduti in  passato  senza riportarti nel qui ed ora  possono tenerci  in balia di dinamiche – se non addirittura legati ancor più di quanto ci sentissimo prima – dalle quali spesso da soli è davvero difficile districarsi. Ebbene si , anche questa può essere una trappola o un  labirinto in cui si vede l'uscita, ma non la si trova mai. Si, sto dicendo che possono irretirci maggiormente anziché aiutarci a liberarci, e mi assumo la responsabilità perché ne ho esperienza personale e diretta.  

Molte sono le tecniche che possono accompagnarci a prendere contatto ed  osservare  condizionamenti  che a vari livelli influenzano la  nostra vita, ma quali possono sostenerci  nell'elaborazione e trasformazione nella quotidiana praticità?   

Indiscutibilmente la presa di coscienza , accorgersi di certe dinamiche è essenziale, ma non per tutti può bastare. Come dice un mio insegnante "non siamo tutti come Tolle che dopo mesi di sofferenza, una mattina  si è risvegliato illuminato". 
Per quanto mi riguarda, e non ho problemi a confessarlo, non ho vissuto alcuna illuminazione di quel tipo, semplicemente un altro tipo di esperienza che definisco  molto pratica e poco teorica.  

Anche io ho lavorato e lavorerò ancora sul mio albero genealogico con diversi metodi e strumenti e voglio porre attenzione su questi due aspetti:

  • il lavoro sul proprio albero genealogico non è una caccia alle streghe né tanto meno la stesura di una sceneggiatura (anche se talvolta può somigliare ad una telenovelas tipo Anche i ricchi piangono). C'è una fase di auto-compiacimento nella scoperta delle dinamiche familiare che può essere pericolosa se inconsciamente nutrita e non superata. 
  • si tratta di un processo di elaborazione e riconoscimento che segue passaggi ben precisi e necessita sempre di una fase fondamentale: riequilibrio energetico, emozionale e fisico.









QUINDI?


Dopo aver osservato, attraversato, sviscerato , costellato l’albero genealogico che ti ha generato, nutrito, educato , ADESSO  arriva il bello : è arrivato il tuo turno!


Osserva ciò che stai facendo crescere tu!

Sii cosciente che tu, persona ADULTA, stai vivendo e creando nuovi rami proprio ora:
 presta attenzione alle tue emozioni, pensieri, azioni e scelte.



Prova ad immaginare di essere una ghianda del tuo albero familiare che cadendo per terra cresce e dà vita ad un nuovo albero: una ghianda che porta con sé parte del patrimonio del proprio albero (genealogico) ma adesso sceglie di inserire nuove informazioni  nel sistema linfatico, poiché in effetti sono diverse le frequenze e le informazioni stesse. 

Oppure se preferisci puoi optare per l'immagine con cui , parlando di  speciazione, si definisce la ramificazione, quando cioè  il ramo più piccolo, la specie figlia,  diparte dal ramo  specie madre (non è un caso che si chiami proprio così! ) 

Conosco bene quella sensazione di avviarsi verso l'ignoto e non posso negare le numerose volte in cui ho pensato: non so dove sto andando e non so cosa diventerò, so solamente che sto...  essendo già  altro.

Come nascita e morte, questa è un'esperienza che ognuno vive da solo e nessuno può farlo al suo posto.  
Non lascia scelta: quando si riconosce e si intraprende la via, non è possibile tornare indietro.  


C'è una una metafora, ascoltata molti anni fa durante un seminario di  Igor Sibaldi,  che voglio condividere. 
Attraversare il fiume. 
Quando scegli di attraversare il fiume per raggiungere l'altra sponda , se ti fermi in mezzo alla corrente o se ti giri per guardare la sponda da cui sei partito (chi c'è al tuo fianco o chi è rimasto indietro) verrai probabilmente travolto dall'acqua. 
Quando avrai raggiunto la nuova sponda allora, se vorrai, potrai voltarti.  
Probabilmente non ne avrai nemmeno la forza, considerato la fatica o forse non ne avrai più bisogno , considerando  l'esperienza stessa del viaggio e le nuove prospettive. 



Adesso respira.  

Goditi il TUO albero e i nuovi  germogli che stai nutrendo e facendo crescere: apriti alla possibilità di essere 
Gioia nel nutrire , 
Armonia nel trasformare
Amore nel manifestare.

Questo non è  lo scopo finale del viaggio, ma  è parte del viaggio stesso, il senso.


Non fraintendermi , onoro le mie radici e sono grata. 
Sono sufficientemente consapevole di aver scelto la famiglia in cui sono nata e cresciuta. 
Sono felice di essermi regalata la possibilità di osservare le dinamiche familiari e quelle che emergeranno futuro,  mi troveranno aperta e pronta. 
Oggi la mia attenzione è però a me stessa: alle mie gambe che poggiano a terra sostenendomi che mi conducono dove voglio andare ed alle mie braccia che si allargano come rami,  i miei nuovi rami. 


SGSA
Laura & Virna 



PS: Prima di addormentarsi, mia figlia di 6 anni  mi dice: “ Sai mamma se guardi al passato e non al presente  , stai nel passato e non nel presente. Stavo pensando ai giochi con cui giocavo 2 anni fa e la mia attenzione era al passato, dimenticandomi dei giochi che ho adesso e alle cose che posso fare con questi giochi“.  Semplice, no  (Laura) 

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