lunedì 23 aprile 2018

Tecniche Energetiche : funzionano sempre?




 
Ognuno di noi sta percorrendo il proprio Sentiero che è Unico e Speciale: fatto di personali esperienze, dinamiche, prove, retaggi familiari, ostacoli, scelte…
Questi sentieri possono incontrarsi, magari percorrendo un tratto insieme, ma il Sentiero rimane sempre personale: ognuno il proprio. 
Possiamo osservare il Sentiero dell’altro, scambiare preziose informazioni , confrontarci sulle esperienze, condividere gli strumenti che abbiamo acquisito senza scordarci che per avanzare dobbiamo percorrere passo dopo passo il nostro. 
Nessuno potrà far funzionare una tecnica per te o al posto tuo: solo tu puoi farlo se questa è la tua vera Intenzione.  

(Laura)



Ma le tecniche energetiche funzionano davvero?”
“Perché non ottengo risultati con EFT?”
“Ho provato il Pilotaggio della Realtà ma non è accaduto niente"
Ecco alcune delle domande e affermazioni che spesso ascolto o leggo. 


Un  breve premessa. 
Come molti di noi già sanno, stiamo vivendo un’epoca davvero fantastica: il Tempo si è accelerato e le Informazioni viaggiano davvero alla velocità della Luce; la Fisica Quantistica è accessibile e comprensibile a qualsiasi persona interessata ad approfondirla; le Sincronie sono sempre più frequenti; i Meridiani non vengono confusi con la Collana di libri e il Campo Collettivo di Coscienza non è un luogo dove andare a giocare a calcio … come può essere meglio di così?
Gli strumenti che utilizziamo negli ultimi anni si stanno sempre più evolvendo ed integrando, risultando efficaci ed immediati.
Il tempo di elaborazione di una tematica si è notevolmente trasformato: fino a ieri chi sceglieva di elaborare una propria dinamica ci metteva anche anni prima di accorgersi di un minimo cambiamento.  Oggi al massimo si parla in termini di mesi ed inoltre l’evoluzione si manifesta in maniera armoniosa, seguendo il Flusso.

Ma quando non accade, “perché non accade”?
Prendiamo come esempio l’utilizzo della Tecnica del Pilotaggio di Grigori Grabovoi. 
Nella lavoro con gli altri, ho riscontrato  che il concetto di Creatore della propria realtà  è uno dei più importanti quando si parla di auto-sabotaggio per chi sceglie di praticare i Pilotaggi di Grabovoi, ma non solo.
Quanti di noi, infatti, sono consapevoli di questo ruolo di Co-Creatore della Realtà?
Quanti si prendono la Responsabilità di essere Creatori della propria Realtà, intesa nella sua totalità: felice, triste, noiosa, piatta, disperata, abbondante , ....?
Quanti provano anche un minimo senso di colpa, vergogna o pudore nel pronunciare l’incipit del Pilotaggio della Realtà di Grigori Grabovoi “Io vedo e agisco come il Creatore”?
Quanti ancora sentono vocine  interiori del tipo : “Chi ti credi di essere?!? Tu? Il Creatore?  Queste sono fesserie! Come ti permetti?”
Quanti sanno riconoscere le proprie  convinzioni limitanti, abitudini mentali durante la pratica di una qualsiasi disciplina o tecnica energetica? Oppure  anche durante una semplice conversazione di attualità? 
E quanti scelgono di soffermarsi su essi - convinzioni e abitudini- per elaborare?
Ecco, questa è la domanda da cui RI-cominciare!


Un cachet per tutto.
Utilizzo spesso questo esempio:  i cachet per il mal di testa, quelle piccolissime  pastiglie  utilizzate nel secolo scorso per far scomparire una serie infinita di disturbi. 
Quanti ancora pensano di poter utilizzare certe tecniche come se fossero quei cachet? 
Lo schema mentale “prendo una pastiglia così mi passa il male” applicato al lavoro su se stessi può creare confusione ed un’alterazione di significato della tecnica energetica scelta.

Torniamo al nostro esempio, cosa succede quando scelgo si utilizzare il Pilotaggio della Realtà, dato che esso prevede una Consapevolezza dell’essere Co-Creatore, se ancora questa non mi appartiene del tutto?
E’ possibile che si manifesti ciò che desideriamo oppure no.
E’ infatti probabile che si manifestino situazioni, stati d’animo o altro che apparentemente nulla hanno a che fare con il nostro obiettivo e desiderio.
Di conseguenza sarà semplice dedurre “con me questo non funziona”, e darci ampie motivazioni (alcune anche spiritose) per convincerci che quello strumento non fa per noi.
Ancora una volta poniamo l’attenzione, e spesso anche il giudizio, sullo strumento esterno anziché cogliere l’occasione per evolverci. Accade spesso che ci rivolgiamo ad altro, anche in maniera frenetica, spinti dall’intento di trovare un altro cachet per la nostra Anima, poi  ancora un altro e così via sperimentando tutti i vari cachet possibili ed immaginabili.

Prova a fermarti , adesso. 
Respira .
Ti chiedo di ascoltare  quello che sto per dirti con un po' di Fiducia. 


TUTTI GLI STRUMENTI POSSONO FUNZIONARE.
Se non funzionano forse c’è qualcosa di cui TU, in questo momento, non stai tenendo conto.

La convinzione che qualcosa funzioni o non funzioni ci tiene legati a vecchi paradigmi, poiché  TUTTO funziona anche quando NON FUNZIONA!
Spesso è proprio a quel non funzionare che dobbiamo porre attenzione, facendoci domande mirate. 
Si, anche in  questa fase il coraggio e la sincerità sono necessari.
Perché sono convinto che non funzioni?
• Cosa mi trattiene dall’Affidarmi completamente?
• Riesco ad Accorgermi di ciò che accade: riconosco gli eventi, i cambiamenti, anche   i piccoli segnali? Oppure sono totalmente preso dal mio obiettivo, dal “tutto e subito” e come un bambino dopo aver scartato un gioco che non lo soddisfa, impaziente passo subito ad altro?
• Accolgo tutto ciò che emerge come possibilità, come nuovo punto di partenza piuttosto che come punto di arrivo?
• Dedico alla pratica di questi strumenti il tempo necessario?
• Che tipo di aspettative ho? Forse mi aspetto che una tecnica migliori la mia vita?

Utilizzo il termine STRUMENTI proprio per sottolineare che le tecniche sono mezzi: esse ci vengono in aiuto e ci sostengono: non è certo poco, ma non è tutto. 

Da anni pratico alcune tecniche energetiche ed esercizi  che utilizzo  in qualunque contesto della mia vita e sono  certa   che per raggiungere un risultato, un cambiamento, dobbiamo tener conto anche delle seguenti condizioni essenziali :  mettersi in gioco e utilizzare al meglio lo strumento. 


Mettersi in gioco può avere diversi significati, come per esempio :
–  Aprirsi alla possibilità di …: accogliere, apprendere una diversa modalità di comportamento, come per esempio trasformare “voglio (ho bisogno di) superare tutto e subito” in “mi apro alla possibilità di rispettare il tempo necessario per elaborare questa tematica”.
– Voler vedere cosa si nasconde dietro / dentro un atteggiamento, una convinzione, un fastidio: seguire ciò che emerge durante la pratica. Come una caccia al tesoro in cui le sensazioni o i ricordi anche apparentemente fuori argomento, diventano importanti indizi su cui andare a lavorare, anche in un secondo momento.
– Scoprire le carte con se stessi ovviamente e imparare ad ascoltarsi.


Utilizzare al meglio  lo  strumento ci permette di andare a sbucciare tutti gli strati che ci ricoprono da anni e non ci permettono di manifestare la nostra Essenza. 
Talvolta in questo processo possiamo anche ricontattare il dolore, la sofferenza, ma anche in questi casi è lo strumento stesso che funziona da sostegno: riequilibrando le nostre emozioni, aiutandoci a ritrovare la nostra centratura, aiutandoci a vedere e attraversare memorie, ricordi, percezioni, fantasie. 
Saper utilizzare al meglio lo strumento è essenziale.

Personalmente dedico molte risorse alla mia formazione anche dopo aver conseguito certificazioni,  attestati , diplomi Spesso accade che io stessa chieda umilmente aiuto ai miei insegnanti o colleghi per elaborare un determinato argomento. In alcune situazioni è preferibile essere  accompagnati da un'altra persona, senza rischiare di portare se stessi a spasso (la nostra mente è maestra anche in questo) , convincendoci poi che .... "è lo strumento che non funziona!!" 

SGSA 

Laura & Virna 



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